E' una poesia che fa vivere un viaggio, uno di quei viaggi in cui non ti importa della meta, ma solo di goderti il cammino. Fa visitare luoghi noti e familiari, ma visti con occhi del tutto diversi. Sono gli occhi dello studente innamorato e di quello deluso e disincantato; sono gli occhi di un uomo che fa un tuffo nel passato e decide di restarci, contro ogni previsione e ogni schema; sono gli occhi di chi scappa da un presente scomodo, ma che a quel presente resta perennemente legato. Nella poesia di questo disco si ha una descrizione leggera, ma colorata, di una realtà viva, attuale. E' un'analisi schietta di ciò che è il nostro presente, ma allo stesso tempo è pulita, non è invadente, ti entra nel cuore in punta di piedi, e difficilmente ne esce. In almeno una delle storie raccontate, ci ritroviamo a dire: "Si, quello sono proprio io". Ci fa sentire a casa, ci fa sentire a nostro agio.
Le parole si legano perfettamente le une alle altre e diventano le nostre parole, i nostri pensieri, le nostre emozioni. Inoltre, ogni concetto è straordinariamente accompagnato da una melodia che ti rapisce, un ritmo che non puoi fare a meno di seguire con le mani, con la testa, con il piede che picchietta a terra.
In tutto questo, però, c'è un paradosso: a mio avviso questo disco può diventare un luogo in cui rifugiarsi per evadere dalla realtà, ma si tratta di quella stessa realtà che proprio il disco descrive.
Come in cielo così in terra sono 11 brani da ascoltare, da capire, da cantare a squarciagola, da portare con sè lungo una strada che porta a guardare il mare d'inverno o il tramonto caldo dell'estate. UNA poesia che ti porti dentro, ovunque".
Poco prima di Natale con Una vi abbiamo chiesto di farci un regalo, di raccontarci #UNAstoriadiversa: inviandoci la vostra schietta recensione di "Come in cielo così in terra" corredata da un'immagine che esprimesse il vostro pensiero sull'album.
Tra le tante arrivate, una vincitrice è stata scelta da voi e una da una giuria.
"Pubblico e critica hanno concordato".
E questa di Valentina Carlucci è la nostra #UNAstoriadiversa